Ne abbiamo parlato tantissimo sui Social, ma è un discorso così lungo (e divisivo: come leggerai, lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, anzi, su quella degli animali di cui ci occupiamo) che abbiamo deciso di approfondirlo in questo post.
Un veloce riassunto
Un ragazzo, Andrea Papi, è stato ucciso da un orso il 5 aprile sul monte Peller, sopra Caldes in provincia di Trento. È un territorio abitato da una ventina di plantigradi e le indagini hanno portato gli inquirenti ad individuare l’orsa JJ4 / Gaia come responsabile dell’aggressione.
Al momento della cattura Gaia aveva con sé 3 cuccioli per cui, un’ipotesi molto plausibile, è che abbia agito in difesa dei suoi figli.
Perché in difesa? Il ragazzo ucciso l’aveva aggredita?
La dinamica dell’incidente, per ora, non è stata resa pubblica, ammesso che sia stata ricostruita. È importante sapere, però, che quello che gli animali selvatici percepiscono come minaccia è diverso rispetto a quello che percepiscono gli esseri umani. Lo spieghiamo ad ogni visita a Rifugio Miletta riguardo i cinghiali.
Proprio per questo è di fondamentale importanza l’educazione alla coabitazione con la fauna selvatica, non solo con gli orsi: così importante che andrebbe insegnata a scuola. Infatti, in tante zone popolate da orsi (dall’Abruzzo al Canada), le amministrazioni investono molto nell’educazione e formazione dei cittadini, perché gli incidenti come quello avvenuto sul monte Peller devono e possono essere prevenuti ed evitati.
Che cos’ha fatto la Provincia Autonoma di Trento (PAT) per educare la popolazione alla convivenza con l’orso dopo aver attuato, nei primi anni Duemila, il progetto Life Ursus?
Poco o nulla, nonostante un terzo del budget del progetto dovesse essere dedicato proprio alle informazioni.
Che fine hanno fatto quei soldi?
Sono stati usati per altro… non ci sono più. Nel Parco Naturale Adamello Brenta ci sono alcuni cartelli e alcuni volontari LAV che, di propria iniziativa, cercano di educare i turisti. Finita lì.
In questo scenario è avvenuto il più grave incidente con un orso dall’inizio del progetto Life Ursus e qual è stata la reazione del presidente della PAT, Maurizio Fugatti? La vendetta: condanna a morte per Gaia, il cui reato è essersi comportata, prevedibilmente, da orsa. E le dichiarazioni dei genitori della vittima, che chiedono sì giustizia ma che indicano che i responsabili di quanto avvenuto siano da ricercare in ambito istituzionale? Inascoltate.
Gaia è stata catturata pochi giorni dopo ma il Tribunale Amministrativo Regionale di Trento ha sospeso l’ordinanza di abbattimento urgente (essendo stata catturata Gaia, non c’erano motivi urgenti per ucciderla) chiedendo alla PAT ulteriore documentazione. Immediatamente Fugatti ha emesso ordinanze di abbattimento per altri orsi, prontamente sospese, e ha dichiarato che il numero massimo di orsi sostenibili dal territorio è 50; gli altri devono essere uccisi (ogni tanto parla di trasferimento, ma i termini abbattimento o prelievo sono prediletti).
Il contesto
Prima di spiegarvi cosa ha scelto di fare Rifugio Miletta in difesa di Gaia e di tutti gli orsi in pericolo (perché nessuno di loro è al sicuro), vi diamo alcune informazioni fondamentali per avere un quadro d’insieme e capire il senso di certe mosse che potrebbero sembrare, a un occhio poco attento, solo uscite folkloristiche.
Il presidente della provincia di Trento è l’unico, in Italia, ad essere eletto con suffragio universale; le prossime elezioni si terranno ad ottobre 2023. Nelle altre province il presidente è eletto dal collegio dei sindaci.
Affermazioni così forti e dirette (“prendetevi gli orsi”, “palazzinari”, “voi delle ztl”) forse farebbero sorridere se enunciate sul palco dello Zelig e se non implicassero l’uccisione di animali; così sono solo slogan della campagna elettorale di Fugatti, diretti a quella parte di cittadinanza trentina che non desidera più la presenza dell’orso nei “propri” territori. Da notare che la provincia di Trento non è l’unica in Italia ad avere comunità montane e non è l’unica dove sono presenti gli orsi. Anche definire “propri” boschi e fauna selvatica è indice di un degrado culturale non indifferente. In Abruzzo (territorio diverso, ma con presenza di orsi) la convivenza con l’orso è decisamente migliore, seppur con qualche intoppo dovuto a turisti che non rispettano le chiare regole o incidenti stradali. Guarda caso la responsabilità della tutela e della coabitazione lì sono dell’Ente Parco, quindi di tecnici, mentre in trentino sono della Provincia e della Protezione civile.
Il pretesto dell’incidente di Andrea Papi sta permettendo a Fugatti di fare una campagna elettorale low cost, ottenendo una visibilità assoluta su tutta la stampa nazionale. Facciamo un esperimento: senza andare a cercarlo su Google, conosci il nome del presidente della tua Provincia? Probabilmente no. Conosci il nome del presidente della Provincia di Trento? Sicuramente sì.
Perché i Trentini ora non desiderano più convivere con gli orsi mentre, prima che il progetto Life Ursus venisse attuato, i risultati di un sondaggio Doxa avevano fatto emergere che il piano per riportare gli orsi sul territorio era ben accetto e auspicato dalla maggioranza della popolazione?
Perché il progetto originale prevedeva, oltre al ripopolamento (il cui obiettivo era una popolazione minima di 50 orsi per evitarne nuovamente l’estinzione: il numero è stato invece usato da Fugatti, e addirittura dal ministero dell’ambiente, come popolazione massima), tanta educazione, che non è mai stata messa in campo.
La popolazione, quindi, non è mai stata informata delle regole basilari di convivenza in un territorio in cui è presente l’orso tra gli animali selvatici. Ha paura, ovvio che non li vuole. E Fugatti, presidente della Provincia, ente tra i cui compiti c’è anche quello di tutela della fauna selvatica, anziché occuparsi della salvaguardia degli animali selvatici ed educare la popolazione, parla alla pancia del suo elettorato alimentando le paure e facendo finta di essere in grado di risolvere problemi complessi usando il testosterone. E, purtroppo, attraverso questa narrazione sta ottenendo parecchi consensi.
Cosa possiamo fare
Come si fa a controbattere a questa storia, in cui i cattivi orsi devono scomparire per la sicurezza degli umani?
La ricerca di consenso (e di voti) ha da sempre un ostacolo: lo incontra quando va a scontrarsi con gli interessi economici. Rifugio Miletta ha quindi scelto di chiedere ai consumatori di evitare l’acquisto di prodotti trentini e disdire le vacanze già prenotate sul territorio trentino. Questo perché ogni persona è libera di decidere dove investire i propri soldi e, a maggior ragione, si può decidere di non investirli in un territorio che sceglie un rappresentante capace solamente di uccidere gli orsi. Se anche tu decidi di annullare il tuo soggiorno in trentino, ti chiediamo di far sapere la ragione dell’annullamento (non certo perché hai paura di incontrare qualche orso ma perché sei contraria/o all’uccisione degli orsi voluta dal presidente della Provincia) non solo all’albergatore, attraverso la piattaforma che hai usato per prenotare, ma anche all’Ente di Promozione del turismo in Trentino: direzione [at] trentinomarketing [punto] org. In particolar modo durante il week end la casella si riempie e la tua email potrebbe non essere consegnata. Solo così qualcuno un giorno avrà modo di calcolare quanto è costata ai trentini la volontà di Fugatti di uccidere gli orsi.*
Non tutti i trentini supportano le decisioni di Fugatti
Con il diffondersi del federalismo lo slogan “a casa mia comando io” è sì vero, ma ha implicazioni che vanno al di là del proprio orticello. Il presidente della provincia di Trento può essere votato solo dai residenti, ovviamente, ma se saranno tante le persone che sceglieranno di dirottare il proprio denaro dal trentino, l’elettorato potrebbe mettere in dubbio le capacità di Fugatti e scegliere diversamente alle prossime elezioni, a ottobre 2023.
Speravamo che la nostra presa di posizione, a favore degli orsi e non contro una popolazione, fosse chiara, ma forse non è stato così: l’abbiamo capito quando alcuni donatori hanno revocato il loro sostegno a Rifugio Miletta, sentendosi offesi dalla nostra scelta di schierarci. Allora cerchiamo di spiegarci ancora meglio.
Sei nata/o, hai radici o vivi nella provincia di Trento?
Credi che sia un affronto personale a te la nostra proposta di intaccare l’economia trentina per far capire all’elettorato trentino che le scelte che si fanno per il proprio territorio hanno ripercussioni che vanno al di là dei confini disegnati su una mappa?
Vogliamo ben sperare di no, perché non lo è. È palese che Fugatti e le sue idee abbiano dei contestatori anche a livello locale e tra questi ci sei tu (grazie!).
Purtroppo, però, nel 2018 Fugatti è stato eletto con quasi il 47% dei voti di chi si è presentato alle urne, battendo il suo avversario con un divario di oltre il 21% di voti, e da un sondaggio del 2022 realizzato da Ipsos, è emerso che il 60% dei trentini è soddisfatto del suo operato.
Con queste premesse, non credi che, oltre ai ricorsi al Tar, che bloccano (temporaneamente) le sue sentenze di morte e che forse, ma forse, riusciranno a ottenere o che gli orsi vengano deportati, lontani dalla loro sfera sociale, o che vengano mantenuti in vita in una gabbia, servano anche altre azioni? Il resto d’italia, che non può votare per l’opponente di Fugatti ad ottobre 2023, deve essere libero di scegliere di non spendere i propri soldi su un territorio il cui amministratore ha la priorità di uccidere orsi dopo un ripopolamento inizialmente voluto dalla popolazione, progetto di ripopolamento che ha portato lì fondi europei.
Tu, da lì, cosa puoi fare?
- Organizza comitati contro le decisioni di Fugatti;
- Partecipa a tutte le manifestazioni importanti (seguici sui social, te le segnaleremo lì);
- Parla all’opposizione di Fugatti, fagli notare l’immagine con cui il tuo territorio sta uscendo da questa storia, fagli vedere quante persone auspicano soluzioni di coabitazione diverse dall’esecuzione capitale di orsi che si comportano da orsi o che diventano confidenti con l’essere umano a causa di comportamenti errati degli esseri umani.
Abbiamo provato a metterci nei tuoi panni: se ci fosse un’iniziativa a supporto dei diritti animali che preveda il boicottaggio del nostro territorio, la supporteremmo?
Sì.
Anche se va contro i nostri stessi interessi personali? Sì.
Hai presente il caso di Tina? Abbiamo portato al TAR i servizi veterinari della nostra ASL, quelli che devono controllare e possono sanzionare il nostro rifugio nel caso riscontrino irregolarità. Ci avevano già minacciato di ritorsioni davanti ai carabinieri e al nostro avvocato durante il caso “Inferno alle porte di casa”, le stiamo aspettando. Ma questa ragione non ci ha fermati dal difendere la vita di Tina.
Ti stai chiedendo “Perché prendete di mira solo il Trentino? Anche in altre Regioni si uccidono animali…”
Perché è in Trentino che, in questo momento, il presidente della provincia, eletto dai residenti, vuole uccidere gli orsi. Non usiamo la retorica del benaltrismo per giustificare che si possa anche non fare nulla perché nel resto del mondo ci sono altri problemi e altre cause da supportare.
Abbiamo promosso una petizione contro la Regione Piemonte quando i consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia avevano proposto una legge per permettere ai cacciatori di portarsi a valle i cadaveri di cervo che uccidono sui monti con l’elicottero. C’è una ragione per cui non veniamo mai inclusi nell’elenco dei CRAS regionali, che ricevono fondi dalla Regione. C’è una ragione per cui i cacciatori ci tagliano la recinzione quasi tutti gli anni. C’è una ragione per cui sui social potremmo fare numeri completamente diversi, ma invece siamo ad un decimo: ci basterebbe limitarci a condividere qualche video carino degli animali che abitano a Rifugio Miletta. Invece scegliamo anche di occuparci dei diritti dei più deboli, degli ultimi, di quelli che è scomodo difendere, anche con azioni scomode. Come scritto nelle prime pagine del nostro statuto.
Una nostra seguace su Instagram, Michela, ha sintetizzato un aspetto chiave che tante volte non viene considerato, ma che è il fulcro della protesta: serve un cambio di prospettiva, che permetta di passare dal chiedere a noi di smettere di fare attivismo incisivo per i diritti animali al chiedere ai vostri** politici di risolvere eticamente, dignitosamente, con sapienza e competenze le questioni che fanno parte della loro sfera di azione, perché sono le loro soluzioni attuali, stupide ed ignoranti, che possono intaccare la vostra economia.
** vostri perché noi, non essendo residenti lì, non abbiamo l’opportunità né di votarli, né di votare per i loro opponenti.
“Potete smetterla di parlare di politica e far vedere solamente animali?”
No, non è possibile. Il nostro Paese (per ora) è una democrazia, con tutto quello che ne consegue: la politica scrive le leggi, che determinano le possibilità di azione dei pubblici amministratori (come Fugatti o le ASL veterinarie che entrano nelle vostre case ad imporvi di uccidere gli animali che vivono con voi) e determinano quali sono i diritti degli animali, il tema di cui si occupa l’organizzazione Rifugio Miletta. Senza politica non si possono difendere i diritti animali, perché è questo che si è perso di vista: dovrebbe essere lo strumento che permette di regolare e migliorare la vita della nostra comunità, animali inclusi, mentre viene assimilata al tifo per la propria squadra del cuore, da fare con trombe, grida e una fede cieca. Non è la nostra visione e non smetteremo di lottare per cambiarla.
** Perché non un mailboming? Leggi l’indirizzo email a cui comunicare la disdetta: è ovvio che sono in grado di capire la differenza tra 100.000 email innocue di protesta e 1.000 email che effettivamente causano una perdita economica. Per difendere gli orsi non bisogna essere innocui, bisogna essere incisivi.
Aggiornamenti
La nostra proposta di minare la fiducia dell’elettorato trentino in Fugatti creando un impatto economico negativo non è stata accolta da altre associazioni che invece, anche in questo caso, hanno sostenuto la necessità dell’inclusività.
Le manifestazioni ammazza-orsi organizzate a Trento hanno avuto una partecipazione di 3-5 volte superiore a quelle pro-orsi, nonostante i partecipanti delle manifestazioni pro-orsi arrivassero da tutta Italia mentre i partecipanti alle manifestazioni ammazza-orsi fossero solo locali.
Durante una delle manifestazioni ammazza-orsi Fugatti ne ha approfittato anche per fare un comizio politico in vista delle elezioni.
Alle elezioni di novembre 2023, la coalizione di Fugatti ha vinto con quasi 52% dei voti e Fugatti ha ottenuto il secondo mandato come presidente della Provincia autonoma di Trento.
Il 41,6% dell’elettorato non si è presentato alle urne, quindi in realtà Fugatti è stato eletto con circa il 30% dei voti degli aventi diritto, meno di un terzo.