Domande Frequenti

Se cerchi una risposta su Rifugio Miletta, quasi sicuramente qui la troverai senza bisogno di contattarci: abbiamo raccolto le domande più frequenti che ci vengono poste, così che possano essere consultate senza un nostro intervento, in qualsiasi momento, e senza l’invio di richieste o attese di risposte individuali.

È più comodo per te ed è più pratico per noi: occuparci degli animali, rifugiati e selvatici in difficoltà, richiede tantissimo tempo e attenzione e anche rispondere a messaggi e telefonate sottrae risorse a quello che abbiamo più a cuore, ossia prenderci cura meglio che possiamo di tutti gli animali (tantissimi) che dipendono da noi volontari (che, invece, siamo pochi).
Prima di mandarci un messaggio, scorri gli argomenti qui sotto: se trovi la risposta al tuo quesito, per favore non scriverci (la risposta sarebbe solo il link a questa stessa pagina).

Ovviamente, se si tratta di un’emergenza (un animale selvatico che va soccorso in provincia di Novara o Vercelli), contattaci subito esclusivamente via telefono.

Alessandra

Che differenza c'è tra animali selvatici e domestici? Cosa vuol dire "animale selvatico" e "animale domestico"?

Animale domestico: un animale appartenente ad una specie che è stata sottoposta a una selezione artificiale avvenuta nell’arco di numerose generazioni, generalmente funzionale all’utilità per l’essere umano. L’individuo appartenente ad una specie domestica manifesta fin dalla nascita una certa indole docile verso gli esseri umani e da questi ha una stretta dipendenza nell’alimentazione, protezione e riproduzione – bisogni che, da solo, potrebbe non essere in grado di soddisfare. Appartengono alle specie domestiche specie come cani, gatti, bovini, equini, ovi-caprini, suini etc.

Animale selvatico: un animale che appartiene ad una specie non-domestica, come ad esempio caprioli, cervi, lupi, piccioni, stambecchi, poiane, volpi e così via.

Che differenza c'è tra animali d'affezione e animali da reddito?

La nostra risposta breve sarebbe “nessuna”, ma il discorso è più complesso.

Entrambe le qualifiche sono state assegnate a specie domestiche in base alla loro utilità per l’essere umano: non vi è nessun ragionamento sulla libertà di autodeterminazione dell’individuo che si vorrebbe qualificare da queste definizioni.

L’animale d’affezione serve all’essere umano per l’affetto senza fini produttivi o alimentari, l’altro per produrre un reddito (attraverso la sua uccisione e trasformazione in cibo, pelli, pellicce o altro) o attraverso il suo sfruttamento per l’intrattenimento (circhi, carrozze, passeggiate per adulti / bimbi e così via).

Nella legislazione italiana, gli animali “da compagnia” sono definiti in base a specifiche specie che, secondo consuetudini e tradizioni, sono appunto usate per fare compagnia all’essere umano.

Nella Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, approvata a Strasburgo il 13 novembre 1987, gli animali da compagnia non sono più definiti in base alla specie di appartenenza: “Per animale da compagnia si intende ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e come compagnia“. Seppure sia sempre in funzione di una esigenza umana che gli animali devono soddisfare (affetto, compagnia), da un punto di vista legislativo questa definizione diventa molto importante per difendere famiglie tra i cui membri sono presenti animali che convenzionalmente sono considerati “da reddito”.

Secondo il diritto italiano, un animale d’affezione gode di maggiori diritti rispetto ad un animale “da reddito”, anche se entrambi appartengono alla stessa specie.

Animali domestici

Anch'io vorrei aprire un rifugio, come si fa?

Premessa: anche se le intenzioni sono ottime, aprire e soprattutto gestire un rifugio non è facile e richiede competenze e disponibilità economiche per mantenere animali e strutture. Tieni presente che aprire un rifugio o un santuario non è un’attività redditizia, ma un’opera di bene che dovrai finanziare.

Detto questo, veniamo alla burocrazia. Da un punto di vista giuridico, un rifugio è un allevamento con orientamento “collezione faunistica” e con indirizzo di attività “rifugio permanente”, dove gli animali non possono essere macellati per essere destinati alla produzione di alimenti. I “rifugi” sono quindi associazioni che gestiscono allevamenti, dove, ovviamente, gli animali non vengono sfruttati. Per dare una casa ad un numero limitato di animali non è necessario costituire un’associazione, ma è comunque necessario ottenere un codice stalla.

Per aprire un allevamento ed ottenere un codice stalla:

  1. Contatta i servizi veterinari della tua ASL / ATS / USL / ULSS di riferimento chiedendo quali sono i requisiti per aprire un allevamento per ospitare un certo numero di individui della specie o delle specie che vuoi accogliere (possono essere anche specie diverse e potrebbero esserci requisiti diversi). I requisiti cambiano da Regione a Regione e includono parametri che riguardano anche l’ubicazione del luogo (vicinanza ad altre case/strutture/allevamenti).
    Nel corso del primo contatto puoi già comunicare all’ASL che gli animali non verranno macellati e non verranno sfruttati (non scoraggiarti l’operatore dall’altra parte del telefono mostri di fare fatica a comprendere… Ancora succede. Passa oltre).
  2. Adatta l’area in base ai requisiti comunicati dai servizi veterinari: generalmente riguardano ricoveri notturni, spazi minimi, recinzioni, smaltimento letame.
  3. Terminati i lavori, chiama i servizi veterinari dell’ASL che, quasi sicuramente, usciranno per un sopralluogo e ti faranno compilare dei documenti per l’apertura dell’allevamento. Verrà assegnato un codice stalla e spiegato come tenere il registro delle presenze degli animali, che ora è digitale (ed è più complicato di quanto dovrebbe essere in realtà, tieni lo SPID a portata di mano).

Prima di accogliere gli animali è indispensabile trovare un veterinario di fiducia che sia esperto nelle specie che vuoi accogliere e che suggerirà anche la dieta migliore (dovrai quindi trovare un fornitore affidabile per il cibo: fieno, mangimi e/o altro). Non tutti i veterinari hanno competenza su tutte le specie. Tieni presente che alla facoltà di veterinaria non si insegna come curare gli animali considerati da reddito, ma come farli arrivare al macello con i requisiti necessari… Per questa ragione è importantissima la scelta del veterinario.

Successivamente potrai accogliere gli animali. Il numero massimo è stabilito sia dall’ASL, in base agli spazi, sia dai propri eventuali limiti economici. Ricordiamo che gli animali andranno mantenuti per tutta la loro vita e dovrai prevedere spese per:

  • cibo (fieno e /o mangime);
  • assistenza veterinaria;
  • farmaci;
  • eventuale smaltimento letame.

AGGIORNAMENTO SETTEMBRE 2022
Ora i rifugi sono riconosciuti grazie ai decreti legislativi 134 e 135 del 5 agosto 2022, tuttavia non ci sono ancora differenze rispetto alla procedura riportata sopra, che rimane ancora valida.

C'è un animale domestico in difficoltà, che devo fare?

Cane, gatto, maiale, asino, cavallo, mucca etc.? Rifugio Miletta non è necessariamente la struttura che devi chiamare.

Se è stato investito un cane o un gatto o se hai trovato un cane vagante, chiama il numero unico di emergenza 112 oppure la stazione locale dei Carabinieri. Loro sono i custodi del numero del servizio di recupero cani / gatti convenzionato con il comune in cui ti trovi. Ogni comune potrebbe avere una convenzione con un diverso servizio e, poiché il servizio è pagato a chiamata dal comune, è necessario passare attraverso il numero di emergenza. Sì.. è complicato. Se si tratta di un cane vagante, al 99% il servizio di recupero uscirà esclusivamente se il cane è in un ambiente circoscritto (se lo hai preso, se lo hai messo in macchina o nel tuo giardino o nella tua casa). È praticamente impossibile che escano per una segnalazione del tipo “ho visto un cane che vagava in via tal dei tali mezz’ora fa, ora sono al lavoro”. Le ragioni dovrebbero essere ovvie… vero?

Se hai trovato una mucca, una capra, una pecora vagante (o, addirittura, investita) e questa ha una marca auricolare, quindi è identificata, dovrai chiamare il servizio veterinario ASL (c’è sempre un veterinario di turno, H24). Trovare il numero da chiamare è generalmente molto complesso e dispendioso in termini di tempo e Rifugio Miletta non ti può aiutare. Dovrai usare Google e armarti di tanta pazienza.  Per la provincia di Novara devi chiamare l’ospedale di Borgomanero e chiedere di essere messo in contatto con il veterinario di turno.

Se non ha una marca auricolare puoi chiamare il rifugio più vicino alla zona in cui sei e chiedere informazioni.

Se invece è in corso un maltrattamento, puoi:

  • chiamare una guardia zoofila attiva nella provincia in cui ti trovi (Google sarà in grado di aiutarti a trovare il numero)
  • presentare una denuncia in Questura (o chiamare il 112, se si tratta di un’emergenza)

C'è un cagnolino che verrà portato in canile se non lo prendete!

Purtroppo non possiamo prenderlo noi: tutti i box che abbiamo a disposizione sono pieni (sì, la risposta vale anche in questo preciso istante: se avessimo posto la modificheremmo). Devi cercare un’altra struttura che lo possa ospitare.

Ricorda che il canile non è la fine: una volta che il cane sarà lì, lo potrai andare a trovare frequentemente, fargli delle foto, diffonderle attraverso i tuoi social network e cercargli una valida adozione.

C'è un pony / asino / cavallo / vitello / mucca / maiale che verrà macellato o di cui non mi posso più occupare! Potete prenderlo voi?

Purtroppo no e ti spieghiamo perché.

Ogni animale al Rifugio Miletta ha uno spazio coperto a disposizione per passare la notte o in caso di pioggia. I ricoveri notturni sono esauriti: per poter ospitare altri animali dovremmo costruire una nuova stalla e se anche riuscissimo a raccogliere la cifra necessaria (aggira attorno ai 25.000 euro) dovremmo anche riuscire a ottenere la concessione edilizia per costruirla, elemento non trascurabile.

Non solo: ogni animale che entra al rifugio deve essere mantenuto per tutta la sua vita, con costi molto elevati e duraturi, e curato dai volontari (che devono pulire la paglia sporca e sostituirla con quella pulita, dargli il cibo, fargli trovare sempre acqua negli abbeveratoi, somministrargli medicine nel caso la sua salute non sia perfetta…).

I numeri attuali non ci permettono di fare più di così: se ci fossero più donazioni e più volontarie/i, la situazione sarebbe differente (magari non lo sai, ma i rifugi operano grazie alle donazioni, poiché non ricevono sovvenzioni dallo Stato, e grazie a chi fa volontariato).

Devi cercare un’altra struttura per cercare di salvare l’animale che hai individuato: spesso, in questi casi, Rete dei Santuari degli animali liberi è in grado di aiutare, poiché ha censito tutti i rifugi presenti in Italia. Tieni presente che anche loro sono volontari, che dedicano il tempo libero a questa attività e quindi le risposte e le soluzioni non possono essere tempestive. Per semplificare e velocizzare il processo, quando li contatti specifica se l’animale è maschio o femmina, castrato o sterilizzato, l’età, se sarà mantenuto per tutta la sua vita nel posto dove andrà a vivere.

Ho una tartaruga d'acqua che non posso/voglio più tenere oppure vive in uno spazio troppo ristretto. La posso portare a voi? La libero in uno stagno?

Risposta corta: no. Ma è una domanda che merita una riflessione.

Posto che Rifugio Miletta non è un luogo dove abbandonare animali e che non abbiamo un’area dedicata alle tartarughe, proviamo a ragionare insieme su questa affermazione: c’è una tartaruga, abituata a vivere con una famiglia, in una casa, con il cibo sempre a disposizione, probabilmente acquistata da cucciola e che quindi non ha l’esperienza per cavarsela da sola in natura… quali potrebbero essere le sue prospettive se venisse scaricata da qualche parte? Rilasciare una tartaruga in uno stagno è equivalente ad abbandonare un cane di cui ci si vuole disfare.

Se ritieni che l’acquario in cui vive sia inadeguato, cercane uno più grande (anche usato, se il problema è economico). Abbandonare non è mai la soluzione. È illegale e, prima ancora, immorale.

Vorrei salvare un agnello dal macello, come posso fare? (Generalmente sotto Pasqua)

Gli agnelli (che da adulti diventano pecore) dovrebbero vivere almeno in coppia. La prima considerazione che devi fare è che vivranno per 15 / 20 anni. La seconda che devono essere almeno due.

  1. Assicurati di potertelo permettere economicamente, cioè di poterli mantenere per tutta la loro vita. Serviranno cibo, acqua, una tosatura annuale, cure veterinarie, castrazione se sono maschi.
  2. Trova un posto dove gli animali possano vivere per tutta la loro vita. Anche il tuo giardino va bene, se puoi aprire un codice stalla (vedi FAQ apposita). Dovrai prevedere dei ricoveri dove loro possano ripararsi dal freddo e dalle intemperie. E la recinzione del giardino deve essere a prova di lupo, se nella tua zona ci sono branchi di lupi o lupi in dispersione.
  3. Trova un veterinario con esperienza che possa valutare il loro stato di salute, consigliarti il cibo adatto, somministrare eventuali terapie.
  4. Non comprarli* ma trova altri sistemi per liberarli. Spesso si trovano vaganti, abbandonati dai pastori perché troppo deboli e nei gruppi Facebook di animali ci sono tanti appelli di agnelli che cercano una casa.

* Perché non va acquistato? Perché in questo modo continui a finanziare l’oppressione di altri agnelli che lo sostituiranno. Inoltre, in determinati periodi dell’anno, gli animalisti che vogliono salvare agnelli diventano i principali clienti degli allevatori, a cui si divertono a venderli a prezzi triplicati, quintuplicati rispetto a quanto guadagnerebbero dalla loro macellazione. Sostanzialmente ti prendono in giro e utilizzeranno i soldi che gli dai per sfruttare ulteriori animali… che tu non potrai aiutare.

10 cavalli da salvare a 300 euro l'uno! Potete farlo voi?

Rifugio Miletta non acquista mai animali, neanche “per salvarli”. Ti sembra una scelta cinica, soprattutto sotto minaccia di “o li comprate, o moriranno”? Rifletti un attimo: che senso ha pagare un allevatore per acquistare un animale, anche se, per una volta, non è descritto come “da macellare”, ma “da salvare”? Il profitto di chi sfrutta è salvo (e a volte anche maggiore, perchè il prezzo fa leva su urgenza e sensi di colpa) e l’allevatore, dopo aver fatto l’affare, potrà sostituire l’animale salvato con una o più vite da vendere, in un circolo infinito che non aiuta davvero gli animali, ma li mette ancora una volta al centro dello sfruttamento, anche se mascherato da beneficenza.

Rifugio Miletta crede che gli animali siano esseri senzienti, individui e non beni di consumo, non beni di scambio, non oggetti a cui assegnare un valore economico. Rifugio Miletta non vuole finanziare gli allevamenti, perché farlo non è una soluzione, ma parte del problema. La liberazione è fatta di scelte etiche quotidiane, non di ricatti messi in atto da chi ha solo interesse nel mantenere il sistema… Ne potremmo parlare per ore, ma, se vuoi approfondire (sappiamo che il discorso può essere ostico), online trovi tante risorse interessanti, come questo articolo.

Nello specifico dell’appello, ancora un paio di cose. Quello che abbiamo citato nella domanda risale a 10 anni fa (puoi leggerne i dettagli qui), ma ritorna ciclicamente in voga a intasare bacheche e caselle e-mail (pensa che la persona che aveva quei cavalli ha dovuto cambiare numero di telefono, perché le continue chiamate gli stavano rendendo la vita impossibile). Se l’hai condiviso in buona fede, per favore cancella i post che hai fatto a riguardo e smetti di condividerlo, per ridurre la spazzatura digitale che inonda la rete e sommerge le emergenze reali.

In generale vogliamo invitarti a non condividere appelli impulsivamente o compulsivamente, ma a fermarti qualche secondo a leggerli ed analizzarli: l’appello lo sto leggendo direttamente dalla fonte? Sì. La mia condivisione può aiutare? Sì. Allora condividi!
L’appello non lo stai leggendo direttamente dalla fonte, ma dalla bacheca social o dall’email di un tuo caro contatto? Sì? Allora, prima di condividere, sforzati di verificarlo direttamente alla fonte, verifica se ci sono aggiornamenti, altrimenti rischi di contribuire ad imballare per settimane la posta di tutti i rifugi, il ché è molto controproducente e rischia di nascondere richieste d’aiuto urgenti e reali.

Ho un cane aggressivo, mi potete aiutare / lo potete prendere voi?

No, non possiamo: oltre ad avere tutti i box pieni, negli ultimi anni il nostro tempo è dedicato al soccorso selvatici, oltre che a prenderci cura di tutti gli animali che già vivono al rifugio. Purtroppo siamo pochi volontari e più di questo non riusciamo a fare. Devi rivolgerti ad un’altra struttura.

Animali selvatici

Ho trovato un animale selvatico in difficoltà in Provincia di Novara (o Vercelli), che fare?

Importante: le azioni che seguono valgono esclusivamente se l’animale si trova in Provincia di Novara, il territorio dove siamo autorizzati ad operare. Eccezionalmente possiamo aiutare animali che sono in territori vicini dove non è presente un CRAS (ad esempio la provincia di Vercelli). Se non sei in Provincia di Novara, leggi la risposta relativa (la trovi dopo questa).

Se hai investito un capriolo, un daino o un cervo o se l’ha investito qualcun altro e non si è fermato a soccorrerlo, per prima cosa assicurati di non essere in una posizione pericolosa. È importante che tu non ti faccia del male: se puoi scendere dall’auto, usa sempre il giubbotto catarinfrangente. Copri con una sciarpa, una felpa, una coperta gli occhi dell’animale e poi allontanati, la presenza umana lo stressa molto quindi non devi accarezzarlo (e devi impedire che altre persone lo facciano) e non devi parlare ad alta voce vicino a lui (meglio proprio non parlare). Ti sembra che le tue carezze lo stiano calmando? Sbagli, le tue carezze lo stanno portando alla morte per infarto (cardiomiopatia da stress). Chiamaci al 346 313 2222, segnalaci la tua posizione ed aspetta il nostro arrivo sul posto. Capita molto spesso che qualche malintenzionato raccolga l’animale investito se non rimane vigilato.

Purtroppo, se l’animale investito è un cinghiale, a causa della PSA non possiamo più soccorrerli, anche se in passato ne abbiamo aiutati tanti. Devi chiamare il veterinario ASL reperibile che, in provincia di Novara, si raggiunge facendo il numero del centralino dell’ospedale di Borgomanero: 0322 8481 (chiedi all’operatore di passarti il veterinario ASL reperibile).

Se l’animale in difficoltà è un volatile, un riccio, una minilepre, leggi attentamente queste istruzioni prima di intervenire! Se non sei in una situazione di emergenza, iscrivendoti alla nostra newsletter ricevi una guida approfondita da leggere e studiare.

Se hai già raccolto l’animale (di piccole dimensioni) potresti doverlo portarlo al nostro centro il prima possibile. Il tempismo è fondamentale per il salvataggio dell’animale: tenerlo in casa per giorni senza cure adeguate, senza le competenze per capire quale sia effettivamente il suo stato di salute, come dovrebbe essere nutrito e con cosa, potrebbe condannarlo a morte (non è un rischio remoto: sai quante persone, per pigrizia, non portano l’animale qui e ci rispondono “vediamo come va” per poi comunicarci che è morto? Tante, troppe).
Inoltre: non dargli cibo senza averci prima consultati! Sul web da qualche parte c’è scritto di dare crocchette per gatto frullate agli uccellini, ma non farlo, non ha nessun fondamento: sono troppi gli uccellini con l’intestino putrefatto a causa delle crocchette per gatto che ci sono stati portati qui a morire e ogni volta si rinnova il dolore per queste morti evitabili.

In sintesi: hai soccorso un animale selvatico (di piccole dimensioni)? Portalo da noi subito!

Se vedi un cucciolo di capriolo, daino o cervo nascosto in un bosco o in un campo, non avvicinarti e non toccarlo! Leggi attentamente le istruzioni prima di avvicinarti.

C'è un animale selvatico in difficoltà al di fuori della Provincia di Novara, mi potete aiutare?

Non siamo autorizzati ad intervenire sugli animali selvatici al di fuori della Provincia di Novara: cerca il Centro Recupero Fauna Selvatica attivo nella provincia in cui ti trovi. Se non è presente, puoi chiamare il numero unico di emergenza 112 (in alcuni casi dovrai armarti di molta pazienza quando parli con gli operatori del call center… ma resisti pensando che stai salvando una vita).

Ho trovato un animale selvatico in difficoltà, mi spiegate come prendermene cura?

Sappiamo che sei in buona fede e che vuoi fare del bene, ma la risposta è no e non per cattiveria o perché… vogliamo l’esclusiva sul soccorso (magari ci fossero tanti più soggetti ad aiutare!). Oltre agli aspetti legali, per curare un animale selvatico servono competenze ed esperienza; per effettuare diagnosi e prescrivere cure serve una laurea in veterinaria. La mancanza di competenze ed esperienza purtroppo può uccidere l’animale che si sta tentando di salvare. Inoltre, immagina quanto dovrebbe essere lunga una telefonata che trasferisca anni di esperienza. E ancora: oltre alla teoria, serve la pratica…

Per queste ragioni, preferiamo evitare di dare istruzioni via telefono, mail o messaggio e non diamo informazioni su come allevare animali selvatici a casa. Se trovi un animale selvatico in difficoltà, devi chiamare il Centro di Recupero Fauna Selvatica attivo nella provincia in cui ti trovi ed attendere istruzioni.

Vorrei sapere come sta l'animale selvatico per cui ho richiesto il vostro intervento

Ci fa piacere che ti interessino le sorti dell’animale che hai contribuito a soccorrere!
Se hai lasciato i tuoi dati quando ci hai consegnato l’animale selvatico in difficoltà avrai ricevuto via email un link che ti mostra la scheda dell’animale sul nostro registro: puoi consultarla in ogni momento in autonomia e vedere i progressi (se vuoi ricevere notifiche sugli aggiornamenti, sempre via email, puoi attivare l’apposita funzione). Pensa che siamo l’unico CRAS (al mondo!) che mette a disposizione questo sistema di informazioni!

Se ci hai comunicato l’indirizzo email ma non hai ricevuto la scheda:

  • l’email potrebbe essere finita nello spam, potresti avere la casella piena o il tuo fornitore dell’indirizzo email potrebbe avere problemi (succede spesso con il dominio @libero.it).
  • La volontaria o il volontario che ha inserito la scheda potrebbe aver fatto un errore di battitura durante l’inserimento (contattaci, risolveremo il problema).

Quando riusciamo, carichiamo sui Social i video dei rilasci (segui le storie: magari riconoscerai l’animale che hai contribuito a salvare, che emozione!) e spesso li carichiamo anche sulla scheda dell’animale che ci hai consegnato. Magari vorresti ancora di più… ma, al momento, è quello che possiamo fare a livello di comunicazione (come sempre, impieghiamo tutte le risorse nella cura e nel soccorso: sappiamo che, per quanto ti farebbe piacere ricevere ancora più notizie, sei d’accordo con noi).

Importante: ti chiediamo di non chiamare il numero di telefono di emergenza (e di non mandare messaggi su WhatsApp, social, SMS) per nessun motivo correlato ad avere informazioni sulla salute dell’animale che ci hai affidato per due ragioni:

  1. se (e solo se) fossimo davanti al computer e stessimo consultando il registro, potremmo fornirti le stesse informazioni che già hai attraverso la scheda che puoi consultare, la stessa che vediamo noi: quello che sappiamo noi è la stessa cosa che vedi tu;
  2. Il numero di telefono dev’essere tenuto libero per le emergenze.

La cartella clinica è conservata dai veterinari, non è digitale e neppure noi vi abbiamo accesso (questa è la ragione per cui, per ora, non possiamo condividertela).

Ho trovato un animale selvatico morto

La legge (regionale del Piemonte) prevede che la competenza della rimozione dei corpi degli animali selvatici morti sia del Comune sul quale si trova il corpo (il quale appalta il servizio ad una ditta specializzata): cerca il numero di telefono dell’ufficio relazioni con il pubblico della località in cui si trova l’animale e avvisali sulla posizione esatta, cosicché possano occuparsene. Gli uffici comunali non sono aperti 24 ore su 24: se trovi il corpo la sera o nel week end, chiama non appena il comune apre.

Perché rilasciate gli animali selvatici di notte?

Molte specie di animali selvatici sono attive dal tramonto all’alba, con il buio, mentre durante il giorno stanno nascosti. Poiché gli animali rilasciati si dovranno spostare per trovare i loro simili, generalmente li rilasciamo con il buio.
Inoltre, di notte è più improbabile che incontrino esseri umani che li possano disturbare nelle prime ore di libertà.

Tuttavia a volte può capitare qualche eccezione, dovuta a questioni logistiche o veterinarie (ad esempio, trattenere per alcune ore in più il paziente, fino all’arrivo dell’oscurità, potrebbe essere controproducente per la sua salute).

Dove rilasciate gli animali selvatici?

Se possibile, praticabile e sicuro, vicino al luogo dove sono stati recuperati. Il posto preciso non lo riveliamo mai (non sui social, né via messaggio privato, neppure alla persona che ci ha segnalato l’animale) perché dobbiamo pensare prima di tutto alla sicurezza dell’animale che abbiamo curato.

Di sicuro condividi questa scelta, sempre a tutela degli animali!

Una volta che rilasciate un animale selvatico, vivrà da solo?

No, non è detto: se è un adulto ed è stato possibile rilasciarlo nel luogo del ritrovamento, è probabile che torni a vivere con lo stesso gruppo di prima. In altri casi, troverà un nuovo gruppo in cui inserirsi. Ma dipende anche dalla specie a cui appartiene: alcuni animali selvatici vivono in solitaria (tranne che nel periodo riproduttivo).

Ritroverà la sua famiglia?
Se l’animale è arrivato al nostro centro molto giovane, o il periodo di permanenza è così breve che è possibile tentare un reinserimento, oppure trascorrerà tutta l’infanzia al centro e verrà rilasciato quando potrà cavarsela in Natura in autonomia. Nel secondo caso la domanda non ha molto senso perché in Natura, molte specie di animali selvatici, lasciano il gruppo / branco in cui sono nati per dare inizio ad un nuovo gruppo per questioni genetiche.

Capita inoltre che al centro animali di età simile vengano uniti negli stessi spazi e, se possibile e praticabile (anche in base alla specie a cui appartengono), vengano rilasciati insieme. Quella, secondo il nostro concetto umano, è la loro nuova famiglia. Non hanno bisogno di ricongiungersi con quella in cui sono nati.

Un animale selvatico con disabilità può essere reintrodotto in Natura?

Una volta che terapie e riabilitazione sono terminati, i nostri veterinari valutano un parametro: sarà in grado di fuggire da un predatore all’incirca allo stesso modo in cui fugge un animale senza quella disabilità? Se sì, può essere rilasciato, altrimenti vivrà tutta la sua vita a Rifugio Miletta. Ma ci sono anche altri casi: ad esempio, una capriola con frattura del bacino potrebbe essere perfettamente in grado di fuggire da un predatore ma potrebbe non essere in grado di partorire. In questo caso non potrà essere rilasciata.

Servono molte competenze ed esperienza per prendere questa decisione e serve anche il momento adatto: al momento del soccorso o della terapia, potrebbe non esserci risposta a questa domanda. Bisogna attendere il decorso.

E nel caso di un amputazione?
Vale la stessa risposta. Dipende dalla zampa amputata, dall’altezza dell’amputazione… e da individuo ad individuo. Per farti un’esempio, ci sono caprioli tripodi che zoppicano quando camminano ma sono velocissimi quando corrono e, in questo caso, in Natura se la possono cavare benissimo.

"Ce la farà?" riferito ad un animale selvatico curato e reintrodotto in Natura

La liberazione di un selvatico non è un atto impulsivo, ma la fine (la più lieta!) di un lungo percorso che inizia col recupero: grazie alle donazioni di chi ci sostiene abbiamo fatto tutto il possibile per riabilitare l’animale in questione; i nostri veterinari l’hanno giudicato abile a tornare alla sua vita precedente (se è stato soccorso da adulto), oppure ad iniziare la sua vita in Natura (se è stato soccorso da cucciolo). Se non incontra nuovamente l’essere umano sul suo percorso, ha buone possibilità di cavarsela.

Gli animali selvatici che soccorrete e curate non si abituano all'essere umano? Non diventano "imprintati"? Potranno essere rilasciati?

Dipende. Come sempre la realtà è molto più complessa di un “Sì / No”, non esistono solo il “bianco / nero” ma un’infinita scala di sfumature che variano non solo in base alle casistiche che ti elenchiamo di seguito, ma anche da individuo ad individuo. Perché sì, ogni capriolo, ogni volpe, ogni allocco, ogni rondone sono tutti diversi l’uno dall’altro anche se appartengono alla stessa specie.

La prima distinzione va fatta in base all’età: l’animale è adulto o è cucciolo? Negli animali adulti è molto più difficile che si verifichi il condizionamento alla presenza umana. Se hai visto uno dei brevissimi video che giriamo quando l’animale è in degenza in uno dei nostri box, e lo vedi tranquillo, generalmente dipende dal fatto di avere subito un trauma cranico che, tra i vari sintomi, può causare parziale o totale cecità, rallentamento o assenza di riflessi, perdita della coordinazione e altre sintomatologie neurologiche. Quando il trauma cranico guarisce, questi sintomi non si verificano più ed è il momento di rilasciare l’animale. Tuttavia è possibile abituare alla presenza dell’essere umano un animale selvatico adulto sano, attraverso la somministrazione del cibo. Ed è quello che fanno tantissime persone, purtroppo, credendo di aiutare la fauna selvatica. Lentamente, giorno dopo giorno, li abituano alla propria presenza, li rendono dipendenti e confidenti, ignorando che quando questa confidenza si concretizza con un’altra persona, sull’animale pende una pena di morte. La società attuale non vuole convivere con la fauna selvatica, la vuole sterminata. È l’unico modo in cui la nostra specie risolve i conflitti di coabitazione: eliminando il più debole. Se si ha a cuore la sorte di un animale selvatico, l’ultima cosa da fare è nutrirlo. Se credi che sia in difficoltà, confrontati con il CRAS di riferimento.

Se l’animale invece è cucciolo, la risposta cambia e varia in base alla specie. Ci sono alcune specie che sono più predisposte ad abituarsi velocemente alla presenza umana (daini, cervi, gazze, cornacchie), altre che la tollerano fino al periodo dello svezzamento (caprioli, volpi), altre ancora che non la tollerano mai e vanno usate tecniche particolari per l’alimentazione (lepri, minilepri) per evitare che gli animali muoiano di stress.

La risposta alla domanda “Ma questo animale poi potrà essere rilasciato? Non si abitua alla presenza umana?” è “Tendenzialmente sì, ma dipende”. Il nostro obiettivo è riabilitarli per restituirli alla loro vita naturale che, l’incontro con qualche umano, ha interrotto.

Perché rilasciate gli animali selvatici che curate? Il mondo è pericoloso, teneteli con voi

Comprendiamo che possa essere un pensiero comune quando l’emotività prende il sopravvento, ma pensaci bene: la casa di un animale selvatico abile alla vita in Natura è il bosco (o il cielo, il fiume, il mare etc.), per quanto dura possa essere o sembrare alla nostra visione antropocentrica.

Se un animale selvatico, dopo le nostre cure, è pronto a tornare alla sua vita in Natura, un periodo più lungo in cattività potrebbe farlo soffrire e stressare e non vogliamo certo essere noi ad essere causa di sofferenza degli animali.

Chi è stato curato e liberato lascerà spazio a chi avrà bisogno di noi: è giusto per gli animali ed è l’unico modo possibile per andare avanti con la nostra missione (non potremmo mai avere spazi e strutture per dare una casa a tutta la fauna selvatica, oltre al denaro per coprire le altissime spese: considera che le donazioni già non bastano per pagare tutte le spese attuali).

Per concludere: sì, hai ragione, il mondo è un posto pericoloso, soprattutto a causa dell’essere umano. Ma tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiarlo. Rivedi i tuoi comportamenti ed educa tutti i tuoi conoscenti per renderlo un posto più sicuro per gli animali selvatici.

Anch'io vorrei aprire un CRAS, come si fa?

La risposta a questa domanda è piuttosto complessa, ma cerchiamo di darti alcune indicazioni.

Iniziamo subito specificando che non è un’attività remunerativa: nessun umano ci guadagna nell’aprire un CRAS, ma è un’opportunità solo per gli animali (ciò significa che devi avere un’altra fonte di reddito e tanto tempo libero da dedicare al volontariato).

È presente un CRAS nella tua provincia? Controlla qui e anche qui. Se non c’è, andiamo avanti.

Che cos’è un CRAS? È un Centro di Recupero Animali Selvatici, ossia un centro che si occupa del soccorso, della cura, della riabilitazione e della reintroduzione in Natura degli animali selvatici in difficoltà rinvenuti sul territorio di competenza.

Supponiamo che, se stai leggendo questa risposta, tu non sia una veterinaria / un veterinario con ampia esperienza in fauna selvatica e quindi il primo passo da fare è trovare almeno una veterinaria / un veterinario esperto che non solo possa effettuare diagnosi e prescrivere terapie, ma anche diventare la direttrice / il direttore sanitario del tuo centro.

Alcuni CRAS operano 24 su 24, altri solo alcune ore durante la giornata. Alcuni operano 365 giorni all’anno, altri solo 5 giorni a settimana. Molti soccorrono solo determinate specie di animali selvatici, in base a parametri arbitrari (non è che un capriolo investito soffra meno di un gufo reale impallinato…). Alcuni (troppo pochi) soccorrono tutti, senza distinzione di specie. Poiché la fauna selvatica è definita “patrimonio indisponibile dello Stato”, è necessaria un’autorizzazione dello Stato per potersene occupare.

Come ottenere l’autorizzazione?

Sono le Regioni o le Province a dare l’autorizzazione a soccorrere gli animali selvatici. Se nella tua zona non c’è un CRAS operativo, allora puoi iniziare un dialogo con le istituzioni (prima Provincia, poi Regione) per aprirne uno.

Si possono presentare due opportunità opposte:

  • la Provincia o la Regione hanno così a cuore la fauna selvatica che ti mettono a disposizione una struttura già esistente, oppure ne realizzano una e te la danno in gestione, oltre a finanziare per intero l’operatività;
  • la Provincia o la Regione sono obbligati a convenzionarsi con un CRAS per il soccorso della fauna selvatica in difficoltà ma hanno pochissime risorse a disposizione e sono disposte a farti operare purché tu non chieda soldi.

Visto che il primo caso è praticamente utopia, prendiamo in esame il secondo caso.

Dovrai cercare tra le delibere regionali o provinciali i regolamenti che stabiliscono quali sono i requisiti di un CRAS. Ad esempio, per la Regione Piemonte, queste informazioni si trovano nella delibera della Giunta Regionale del 17 luglio 2007 n° 62-6448.

Quando avrai trovato il luogo adatto, reperito i fondi per costruire le strutture minime necessarie e avrai trovato almeno una veterinaria / un veterinario competente in fauna selvatica, potrai proporti alla Provincia o alla Regione e cercare di ottenere l’autorizzazione ad operare.

Per quanto riguarda la parte operativa (come si soccorre un capriolo, un tasso, una volpe, un cinghiale, uno scoiattolo, una poiana, un allocco? Di cosa hanno bisogno?), queste competenze specifiche necessitano di anni di studio e pratica, purtroppo non possono essere trasferite in poche righe. Se hai l’intenzione di aprire un CRAS è fondamentale che tu le abbia già acquisite oppure abbia a disposizione persone che siano esperte nell’argomento. Un buon modo per acquisirle potrebbe essere fare volontariato in un CRAS già esistente ed operativo.

Come aiutare

Posso fare volontariato a Rifugio Miletta?

Sì, certo: più siamo, più possiamo fare! Abbiamo raccolto tutte le informazioni su cosa significa fare volontariato a Rifugio Miletta in questa sezione del sito: scegli il tipo di volontariato adatto a te e alla tua disponibilità (abbiamo bisogno di aiuto costantemente; non cerchiamo persone che vengano a passare un po’ di tempo qui ogni tanto, ma che diano una disponibilità minima di mezza giornata a settimana con una certa regolarità oppure di un mese consecutivo). Nella pagina della tipologia di volontariato a cui sei interessata/o, trovi il modulo per candidarti.

Posso venire a trascorrere le ferie da voi? Vi aiuto in cambio di vitto e alloggio per una / due settimane

No. Il periodo minimo richiesto per il volontariato in cambio di vitto e alloggio è di un mese consecutivo.

Perché almeno un mese? Due settimane non sono un valido aiuto?
Non esattamente: per acquisire competenze serve tempo e, con periodi inferiori, nel momento in cui inizieresti ad essere autonoma/o e il tuo aiuto efficace, sarebbe già ora di partire.

Ho un vecchio divano / lavatrice / tavolo / cuccia che devo smaltire, vi può servire?

Perché non posso donarvi direttamente del cibo per cani?

Ci sono diversi motivi: innanzitutto compriamo cibo di alta qualità, di marche e tipologie specifiche in base alle singole esigenze. Quando si cambiano le crocchette, il rischio di problemi intestinali è altissimo e vogliamo evitare di causare problemi. Infine, acquistiamo il cibo in una quantità tale per cui lo paghiamo la metà rispetto al negozio e rispetto a quanto lo pagherebbe un singolo privato. Se ti fa piacere aiutare i cani rifugiati, puoi fare una donazione per contribuire ad acquistare il loro cibo.

Ho del pane vecchio, ve lo posso portare?

Grazie del pensiero ma no, non lo utilizziamo: per molte specie il pane è dannoso, per altre un riempitivo privo di sostanze nutritive valide.

Ci stiamo impegnando tantissimo per donare una vita degna agli abitanti del rifugio e vorremmo che la loro salute fosse perfetta il più a lungo possibile, curando anche la loro alimentazione con cibo di qualità e adeguato alle specie: se vuoi contribuire ad acquistare il cibo più adatto e sano per ciascuno di loro puoi fare una donazione.

Posso devolvere il 5x1000 a Rifugio Miletta?

Certo, grazie di cuore! Il codice fiscale è 94070470037 (lo trovi anche in fondo a ogni pagina del sito). Se ne hai bisogno, abbiamo raccolto le indicazioni dettagliate su come destinarci il tuo 5X1000 qui.

Vorrei creare una raccolta fondi su Facebook ma non vi trovo nell'elenco delle associazioni

Purtroppo per ora non è possibile: Facebook permette di attivare le raccolte fondi solamente alle associazioni ONLUS registrate presso l’Agenzia delle Entrate, mentre Rifugio Miletta era prima un’associazione di volontariato (ONLUS di diritto registrata in Regione) e ora un ETS, secondo il nuovo ordinamento del terzo settore.

Facebook (Meta), purtroppo  non ha ancora aggiornato i parametri per accettare le organizzazioni no-profit nel suo sistema di fundraising.

Nel frattempo puoi aiutare gli animali che abbiamo salvato con una donazione e chiedere ai tuoi amici di fare altrettanto, magari in occasione di un evento speciale. Grazie!

Posso fare una donazione con PostePay?

Non direttamente: la carta PostePay si può intestare solamente a un privato, non all’associazione. Puoi però registrarti su PayPal ed usare la tua PostePay come metodo per effettuare la donazione a Rifugio Miletta!
Trovi tutti i metodi per aiutare Rifugio Miletta su questa pagina.

Posso detrarre le donazioni nella dichiarazione dei redditi? Posso avere la ricevuta?

Sì, certo! Le donazioni a Rifugio Miletta E.T.S., ad esclusione di quelle in contanti, sono deducibili dal reddito imponibile in misura pari al 10% del reddito complessivo dichiarato, oppure, in alternativa, sono detraibili dall’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche in misura pari al 30% delle donazioni effettuate e comunque fino all’importo massimo di 30.000 euro per ciascun periodo d’imposta (si rimanda comunque alla lettura dell’ Art. 83 DLgs 117/2017).

Il contribuente è tenuto a conservare ed esibire, a richiesta dell’Ufficio delle Entrate, la documentazione relativa ai pagamenti delle somme erogate.

Inoltre Rifugio Miletta è tenuta a comunicare all’Agenzia delle Entrate le tue donazioni tracciabili, in modo che risultino già nella tua dichiarazione dei redditi elettronica precompilata. Attenzione: come previsto dalla legge, puoi opporti alla comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Tutto questo e molto altro lo potrai stabilire dalla tua pagina “Donatore”, a cui avrai accesso dopo aver fatto una donazione, se siamo a conoscenza del tuo indirizzo email (se non hai mai ricevuto il link, scrivici!).

Un esempio pratico: se doni 240 euro all’anno a Rifugio Miletta, ossia ci sostegni con 20 euro al mese, l’anno successivo potrai recuperare 72 euro in credito d’imposta.

A tutti i sostenitori (chi ci aiuta con una donazione regolare mensile) e i donatori che hanno comunicato il loro codice fiscale l’attestazione viene inviata nei primi giorni dell’anno con il totale delle donazioni dell’anno precedente.

Visitare il rifugio

Quando è possibile visitare il rifugio?

Attualmente le visite sono sospese fino a data da destinarsi come misura per garantire la sicurezza dei nostri ospiti di fronte al rischio di diffusione della Peste Suina Africana.

Prima Rifugio Miletta era visitabile attraverso visite guidate che organizzavamo i sabati pomeriggio, almeno due volte al mese. La visita andava prenotata perché il numero di posti disponibili era limitato, poiché un numero di visitatori eccessivo sarebbe potuto essere un disagio per gli animali.

Da febbraio 2022, con i primi casi di Peste Suina Africana in Piemonte, ai visitatori erano forniti calzari sterili e venivano disinfettate le mani all’ingresso, per ridurre il rischio che il virus potesse essere veicolato all’interno del rifugio.

Dopo gli episodi di Sairano, e casi di PSA relativamente vicini (in provincia di Pavia a sud-est, in provincia di Alessandria e Asti a sud-ovest, ovest, recentemente a sud della provincia di Novara) Rifugio Miletta non è più visitabile per tutelare le vite dei maiali e dei cinghiali che vivono qui.

Attualmente non siamo in grado di prevedere quando il rischio di diffusione della PSA all’interno del rifugio torni ad essere inesistente e quindi non siamo in grado di prevedere quando sarà nuovamente possibile visitare Rifugio Miletta.

Quando la situazione cambierà ne daremo comunicazione (anche attraverso la nostra Newsletter: iscriviti qui) e aggiorneremo questa sezione delle FAQ.

Quando è possibile visitare il rifugio?

Rifugio Miletta è visitabile esclusivamente su date specifiche, che trovi sempre nella pagina dedicata, assieme alle istruzioni per prenotare e la spiegazione di che cosa significa visitare Rifugio Miletta.

Nella pagina delle visite non trovi le prossime date?

Perché dobbiamo ancora definirle. Porta un po’ di pazienza, seguici sui social o iscriviti alla newsletter rimanere aggiornata/o.

Posso venire a visitare il rifugio domani / martedì / venerdì / domenica? Siete aperti?

No. Le visite sono in date specifiche, ne organizziamo generalmente due al mese. Occupandoci anche del soccorso degli animali selvatici in difficoltà sul territorio della provincia di Novara, dobbiamo essere in molti volontari per effettuare una visita e contemporaneamente poter intervenire in caso di emergenza. Per questo motivo, stabiliamo le date delle visite in base alla disponibilità di noi volontari.

Ulteriori informazioni sulle visite e sulle prossime date.

Nella pagina delle visite non trovi le prossime date?

Perché dobbiamo ancora definirle. Porta un po’ di pazienza, seguici sui social o iscriviti alla newsletter rimanere aggiornata/o.

Posso portare il mio cagnolino durante la visita? Posso lasciarlo in auto?

No. A Rifugio Miletta vivono molti cani e sarebbe complicato inserirne uno per la durata di una visita. Il tuo cane potrà anche essere “buonissimo” ma è improbabile che venga accettato da quelli che vivono al Rifugio.

Inoltre il parcheggio è al sole, non puoi lasciarlo in auto! Se il tuo cane non può stare a casa da solo qualche ora, avrai occasioni successive per visitare il rifugio.

Ulteriori informazioni sulle visite.

Rifugio Miletta è raggiungibile con i mezzi pubblici?

No, al rifugio si arriva solamente con l’auto. Siamo piuttosto isolati…

Rifugio Miletta

Chi è e cosa fa Rifugio Miletta?

Iniziamo con un po’ di poesia: Rifugio Miletta è un gruppo di cuori che battono allo stesso ritmo. E, nella pratica, Rifugio Miletta è un’associazione che difende i diritti degli animali: il diritto alla vita, il diritto a non essere schiavi, il diritto ad essere curati se ammalati.

Lo fa attraverso tre progetti principali:

  • la gestione di un rifugio che dà una casa a oltre 300 animali salvati da allevamenti, macelli e dalla strada;
  • la gestione di un Centro di Recupero Animali Selvatici, attivo 24/7 nel territorio della Provincia di Novara;
  • azioni dirette (spesso con l’appoggio dei Carabinieri Forestali) per situazioni di illegalità e bracconaggio, divulgazione, sensibilizzazione ed educazione dell’opinione pubblica rispetto alla questione animale.

Leggi le prime pagine del nostro statuto, che descrivono molto bene quello in cui crediamo.

Posso mandarvi il curriculum? Cercate personale?

Siamo tutte volontarie e volontari, persone che condividono valori ed obiettivi e dedicano il proprio tempo libero ad un progetto, un sogno: le donazioni che riceviamo non permettono l’assunzione di uno o più dipendenti.

abillion

Tutte le informazioni e le FAQ riguardanti abillion li trovi alla pagina dedicata.